LA TECNICA È IMPORTANTISSIMA MA OGNI PORTIERE È DIVERSO
Il portiere del Genoa CFC, Mattia Perin, ci ha fornito concetti veramente chiari e precisi in questa piacevole conversazione.
Dal suo punto di vista ci fa capire che la cosa più importante è trasmettere quanti più strumenti possibili ai portieri, in modo che possano usarli nel momento del bisogno.
Pensi che la tecnica sia l’aspetto più importante per un portiere?
Dal mio punto di vista la tecnica di base è importantissima, fondamentale, ma ogni portiere è fatto in maniera diversa: meccanicamente, strutturalmente, a livello di altezza, di peso, di gestione della palla. Secondo me, bisogna dare un’impostazione generale della tecnica, di quello che è più giusto fare, quello che è meno giusto fare ed aiutare il portiere ad essere più efficace possibile a livello tecnico. Ma è anche vero che siamo tutti diversi, quindi non è vero che la tecnica deve essere A, B o C. Può essere A1, B1, C1 oppure A2, B2, C2. Non nel senso che 2 sia peggio di 1 ma nel senso che siamo diversi, e ognuno ha la sua maniera migliore per rendere al meglio. Quindi in riguardo a quei preparatori che vogliono imporre la loro metodologia senza prendere in considerazione le necessità del portiere, non mi trovo tanto d’accordo. Mi ho fatto l’idea che la verità stia nel mezzo.
“LA GESTIONE DELLA PALLA, lA RESPINTA DIREZIONATA O LA PRESA, sONO QUELLE COSE CHE TI FANNO ALZARE IL LIVELLO”
Cosa ti aspetti da un preparatore dei portieri?
Che sappia capire quello che ti ho detto prima e che sia oltre che un bravo allenatore preparato in tutto tondo, nel 100% della preparazione di un portiere: dalla tecnica alla forza, le uscite alte, le uscite basse, alla gestione della palla, che secondo me per giocare nel Top Team, è quello che ti fa alzare il livello. Non solo a quanto riguarda il giocare con i piedi, respinta direzionata o al tenere il pallone. Ho avuto la fortuna di giocare con difensori come Giorgio Chiellini, Bonucci, Barzagli, loro chiedono una cosa principale al portiere: “Gestiscimi bene il pallone, quando bigosna respingerlo, fallo dove non c’è l’attaccante. Quando bisogna tenerlo, teniamolo”.
Quindi sull’allenatore dei portieri cerco che sia preparato su tutto questo, che non smetta mai di volersi migliorare, che cerchi anche di andare a vedere le altre scuole di portieri, come lavorano. Non mi trovo d’accordo sul fatto che la scuola italiana sia più forte di quella tedesca, spagnola, argentina o Bielorussa. Sicuramente sono più anni che curiamo il ruolo del portiere e sicuramente abbiamo avuto in passato e continuamo ad avere degli ottimi portieri, ma seconde me, andare a vedere come lavorano le altre scuole di portieri può aiutare a noi ad essere il più completi possibile.
Un altra cosa molto importante è che deve essere anche uno psicologo. Il nostro ruolo è veramente particolare, con mille sfaccettature e non basta la preparazione sul campo o in palestra. La preparazione mentale è fondamentale per reggere tanti anni a questi livelli quì. Il raporto del preparatore dei portieri con noi è speciale, siamo solo 3 o 4 persone, non 25 come tutta la squadra. Quindi si può instalare un rapporto emotivamente diverso. Allora deve saper capire in che stato d’animo e mentale si trova ogni portiere. Si tu pensi che tutti giorni noi alleniamo la tecnica, la diagonale, la palla alta, la forza in palestra…; mi sembrerebbe paradossale non allenare la testa che il nostro muscolo più potente.
“hO 27 ANNI E SONO CURIOSO DI CAPIRE FINO A DOVE POSSO SPINGERMI”
In una settimana tipo qual’aspetti pensi che cono più importanti da stimlare?
A me piace allenare un po’ tutto, ma non perché poi sento che in partita se faccio una determinata cosa mi viene automatica, ma perché mi piace essere un portiere completo e sicuramente le ripetizioni degli allenamenti, degli esercizi, delle situazioni di gioco, della tecnica durante la settimana mi danno sensazione di continuare a migliorare, e questo è il mio scopo più grande: CONTINUARE A MIGLIORARE. Ho 27 anni e sono curioso di capire fino a dove posso spingermi nell’imparare e nel migliorare e diventare un portiere sempre più completo.
Tutti i giorni vado in palestra 1 ora, 1 e 20 prima dell’allenamento. Anche il sabato pre partita.
Generalmente a inizio della settimana mi piace fare tecnica di base: prese, raccolte, proprio l’A, B, C. Quello che si insegna ai bambini che secondo me non deve mai mancare. Tutti i tipi di passi, leva gamba, il passo spinta, passo accostato, passo incrociato, ecc. Il giorno dopo mi piace entrare nelle situazioni di gioco, diagonali, analizzare la squadra avversaria come attacca e come sviluppano le loro azioni più importanti e cercare di riprodurle sul campo con il preparatore dei portieri per non risultare impreparato la domenica.
Martedì e mercoledì lavoro duro. Giovedì faccio lavori con la squadra. Venerdì faccio palle alte, deviazioni con lo scudo tipo colpi di testa e il sabato faccio reattività e velocità.
La lettura di gioco si può migliorare allenandola?
Più giochi più capisci le dinamiche che avvengono dentro al campo. Conosci di più gli avversari, quando fanno una determinata cosa o no. Dal mio punto di vista, la lettura di gioco è un’altra qualità con ciu si nasce, e poi si sviluppa crescendo come giocatore. Si impara sempre, bisogna essere inteligenti e saper identificare le virtù e così allenarle. Ma bisogna anche allenare i diffeti. L’obiettivo è crescere sempre in modo equilibrato per essere il più completo possibile.