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ÁREA GRANDE

JUAN MUSSO

Originario di San Nicolás, provincia di Buenos Aires, Juan Musso  ha esordito al Racing Club de Avellaneda nel 2017, sostituendo nientemeno che Agustín Orión. È bastato solo un anno al portiere argentino per dimostrare le sue qualità. In questo modo il suo nome ha cominciato a farsi sentire nei principali campionati europei.

A luglio 2018 è diventato un giocatore dell’Udinese Calcio, una società caratterizzata per avere una grossa organizzazione di scout del calcio italiano. Dopo due stagioni, è già stato convocato in diverse occasioni dalla squadra Nazionale Argentina, partecipando alla Copa América del 2019 in Brasile.

In questo articolo faremo un flashback verso la stagione 2018/2019 della Seria A Italiana. L’Udinese ha giocato in casa contro il Milan, uno dei giganti del calcio mondiale. Al minuto 42 del primo tempo, interviene in modo efficace, su un tiro di Cutrone. Le domande che sorgono in questa situazione sono: Perché non ha ridotto più spazio per affrontare l’attaccante in una situazione 1 contro 1 e ha aspettato il tiro sul bordo dell’area piccola? Quali altre cose oltre alla palla o all’attaccante ha considerato per prendere quella posizione?

Juan Musso ci ha risposto in modo chiaro e preciso.

Grazie mille Juan!

“Una delle prime cose che mi hanno corretto in Italia è stato l’istinto di uscire quando l’attaccante ha molto campo davanti a sé, a mettere molta attenzione ai miei difensori e se loro hanno la possibilità di arrivarci. In questa situazione ho letto che il mio difensore poteva aiutarmi, bloccare l’attaccante e renderlo privo di angolazioni. Sapendo che se l’attaccante avesse alluganto la palla, lì avrei dovuto uscire, ma dovevo anche aspettare anche che il mio compagno lo mettesse in difficoltà facendolo aprire come è successo”

Juan Musso

“Capisco che se prendo una decisione troppo affrettata senza prendere in considerazione ciò che fa il mio difensore, forse renderai le cose più facili per l’attaccante che sta guardando il portiere, il difensore, la porta, le angolazioni. L’attaccante ha già troppe cose a cui pensare. Quindi uscendo quando il difensore lo sta accompagnando risolvi tutte quelle domande e lui deve solo calciare, e magari non essendo in una buona posizione la palla può entrare al centro della porta. Cerco sempre di lavorare su quell’aspetto. Ovviamente è più facile se conosci i tuoi difensori, perché funziona più automaticamente e sai quando devi aspettare o uscire sia dentro che fuori l’area.”